5 passi per non sbagliare un esecutivo di stampa con i programmi Adobe

27 Ottobre 2016 Luca Burei grafica

5 passi per non sbagliare un esecutivo di stampa con i programmi Adobe

La creatività piace a tutti.
Coltivarla, mettersi alla prova, imparare nuovi strumenti per esprimerla, ammirare i lavori dei grandi maestri e definire una propria cifra stilistica.

È anche per questo che i corsi di graphic design riscuotono tanto interesse e appassionano i partecipanti, che  si entusiasmano per le sorprendenti funzioni dei programmi, prendono accurati appunti per non dimenticarle, scoprono com’è appagante realizzare qualcosa di personale e poter dire “l’ho fatto io”.

La curva dell’attenzione subisce invece un calo quando si affrontano argomenti più tecnici, in particolare quello – peraltro di basilare importanza – relativo alla preparazione degli esecutivi di stampa.

Per uscire dall’alcolismo servono i famosi dodici passi, mentre per realizzare un perfetto esecutivo di stampa ne bastano solo cinque. Li riassumo qui, in forma di mini guida alla quale ricorrere quando sorgono dubbi.

Primo passo: convertire i colori in CMYK

convertire i colori in CMYK

Al termine dell’elaborazione, prima di tutto, dovete aprire il pannello campioni e verificare che i colori siano stati tutti convertiti in CMYK. Altra buona norma è quella di eliminare dalla paletta tutti i campioni non utilizzati nel documento.

Se lo stampatore non richiede esplicitamente specifiche diverse, è sempre bene lavorare sul profilo colore Fogra39 (già predefinito su Adobe). Siccome a volte i profili cambiano a seconda del tipo di carta – gloss coated, avoriata, uso mano, pergamenata ecc. – è sempre meglio chiedere conferma al tipografo.

Approfondisci l’argomento dei “tipi di nero” nell’articolo dedicato

Qui mi limito a ricordare la regola base:

  • Testi, tracce e linee: nero K=100
  • Forme piene: nero ricco C 40 M 40 Y 40 K 100.

Anche in questo caso, un confronto preliminare con il tipografo è consigliabile. Inoltre, soprattutto se il lavoro è “importante”, come per esempio un catalogo fotografico, è opportuno farsi preparare delle prove di stampa sulle quali verificare – insieme al cliente – che la resa cromatica sia quella voluta.

Secondo passo: applicazione di margini e abbondanze

La quantità di spazio oltre la quale gli elementi grafici devono “uscire” dal foglio è standardizzata in 3mm. Se aprite un nuovo file che sapete essere destinato alla stampa, è quindi meglio inserire subito questo valore, alla voce “pagina al vivo”.

Abbiate cura di controllare che tutti gli oggetti e le immagini che saranno tagliati, dispongano di questa abbondanza, che eviterà spiacevoli e antiestetiche linee di carta bianca in fase di taglio.

In caso di stampati di grande dimensione – diciamo oltre il 100x140cm – sarà il fornitore a dirvi se dovete prevedere un rifilo più ampio.

Creando la vostra gabbia, prevedete anche un margine interno – proporzionato alla misura del foglio – sapendo che i pacchetti di testo e altri elementi grafici non lo dovranno oltrepassare. È il cosiddetto “art box”, e sarà di almeno 5mm su un biglietto da visita, 10 su un foglio di carta intestata, anche 8 / 10 centimetri su un poster 70×100.

Terzo passo: il trattamento delle immagini raster

applicazione di margini e abbondanze

Lo standard di risoluzione per le immagini da stampare è di 300 dpi. Inoltre, dovranno essere state convertite in CMYK con photoshop e, se necessario, ricampionate nelle dimensioni corrette.

Anche in questo caso, vale la regola di conservare l’immagine sorgente, salvando la copia in quadricromia come EPS o – se contiene trasparenze, come TIFF. Al termine, si può velocemente controllare attraverso il pannello collegamenti la rispondenza di tutte le immagini inserite ai criteri sopra descritti.

Se non è stato fatto prima, questo è anche il momento giusto per creare il pacchetto del file, con tutti le immagini convertite e la cartella dei font.

Quarto passo: trasformare il testo in tracciato

trasformare il testo in tracciato

Nell’esportazione in PDF, fino a non molto tempo fa si convertivano sempre i testi in tracciati per scongiurare problemi di compatibilità, soprattutto se il lavoro era creato con PC verso Mac o viceversa. Il mio consiglio è di continuare a farlo, seguendo una di queste due alternative:

  1. Create una copia del livello testo e convertitela in contorno, mantenendo il testo aperto su un livello nascosto: in questo modo si potranno apportare eventuali modifiche in qualunque momento.
  2. Al termine dell’elaborazione, salvate, convertite il testo in tracciati, esportate il PDF e chiudete senza salvare (o fate un command z / ctrl z e chiudete il file). In questo modo, con un solo semplice gesto avrete il testo in tracciati sul PDF di stampa e il testo aperto sul file sorgente.

Quinto passo: esportare il file in PDF per la stampa

esportare il file in PDF per la stampa

Ogni grafico deve dotarsi di un predefinito PDF da utilizzare per i propri file di stampa. Alla voce “compressione” bisogna impostare progressivamente i downsamplig a 300, 600 e 1200 pixel per pollice; alla voce “indicatori e pagine al vivo” mettere la spunta sui segni di taglio e i crocini di registro, più le abbondanze di 3 mm; alla voce “output” determinare il profilo colore richiesto.

A questo punto potete trasferire al tipografo il vostro PDF, con buone garanzie che non vi richiamerà per comunicarvi che “ci sono problemi nel file”. Voi non dovrete più rimettere mano al lavoro, lui lo stamperà senza perdite di tempo o complesse elaborazioni da parte del suo reparto pre-stampa.

Insomma, tutti felici. Basta veramente poco.

Per scaricare le slide segui questo link.

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