Ho avuto l’occasione di lavorare alla creazione di una web magazine abbinata ad una rivista cartacea e mi sono scontrato con l’editore varie volte riguardo all’utilizzo dei codici QR.
Una piccola premessa: io non li sopporto. Questi quadratini che spacciavano come rivoluzione del momento non hanno mai fatto un vero e proprio boom; li ho sempre visti come qualcosa di superfluo e, quasi sempre, sono stati usati malissimo.
Ecco gli errori (e pessime idee) che ho riscontrato nella realizzazione dei prodotti sopracitati:
Utilizzare dei codici QR nei video. Già l’idea di dover tirar fuori uno smartphone da puntare sullo schermo del tablet, mi sembra ridicola; se poi ci aggiungiamo il fatto che i video hanno dei timing ben studiati e l’immagine del codice non può restare per delle ore…nemmeno Flash potrebbe riuscire nell’impresa!
Mettere il QR code senza fornire alternative. Ho una pagina, in fondo il famoso quadrato…e basta! E se non avessi un lettore a portata di mano? Non scoprirei mai di cosa si tratta. E questo ci porta al prossimo punto ovvero:
Non specificare a cosa serve il codice. Non mi sembra proprio il caso; provate a pensare: sono dal medico e mi parte il video con una pubblicità un po’ osé a tutto volume. Bella figura, vero?
Linkare pagine non pensate per i dispositivi mobile. Che dire? Dovreste licenziarvi da soli e sapete benissimo perché.
Mettere nel QR la pubblicità del prodotto stesso. L’ho comprato, mi serve vedere altra pubblicità?
Oltre a queste casistiche appena sperimentate (tutte assieme) mi viene in mente un’altra situazione assurda: adesivi con i codici affissi nei tunnel della metro. Li vedono un sacco di persone, ottima idea! Se solo la connessione sottoterra funzionasse a dovere…
Questo articolo ha un piccolo 'easter egg' che rappresenta alcuni degli errori sopracitiati. Avete capito, no?
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