Nei giorni successivi all’F8, la conferenza annuale dedicata agli sviluppatori di Facebook organizzata lo scorso 12 e 13 aprile, non si parla d’altro.
E voi, avete imparato cosa sono i bot?
In parole povere, senza cadere in noiosi tecnicismi, un bot, è un software, un’intelligenza artificiale che interviene per assistere un cliente attraverso risposte programmate sulla base di comandi precisi.
Ancora poco chiaro?
Prendiamo ad esempio il bot che utilizzo per le previsioni meteo su Telegram, Weatherman bot.
In fase di setting ho inserito Treviso come località preferita e le 8.00 come orario di ricezione delle informazioni. Tutti i giorni il bot mi invia un messaggio in chat con le previsioni della giornata, in modo semplice e veloce. Tuttavia se io volessi interrogare il bot durante il giorno è sufficiente inserire il comando, tra quelli suggeriti dal bot stesso, preceduto dallo slash, ad esempio /Today, per le previsioni di oggi, /Forecast per le previsioni dei prossimi 5 giorni.
I bot in realtà esistono ormai da decenni e funzionavano esattamente come oggi, come assistenti virtuali. Tuttavia esiste una nuova generazione di bot che rischia seriamente di cambiare le regole della comunicazione.
Sto parlando dei chatbot, ovvero degli operatori virtuali presenti da tempo nelle applicazioni di instant messaging come Telegram, Wechat.
Attraverso l’uso di diversi comandi è possibile interrogare i bot e prenotare un ristorante, comprare un prodotto online, chiamare un taxi, ricevere informazioni sul traffico, sull’orario dei treni e molto altro.
Ed ecco che ritorniamo alla conferenza di Facebook, dove è stato annunciato l’utilizzo di chatbot anche su Messanger e WhatsApp.
“Crediamo che dovreste essere in grado di scambiarvi messaggi con le aziende così come lo fate con gli amici“. Con questa dichiarazione, Zuckemberg ha ufficialmente inaugurato l’ennesima guerra tra colossi, in questo caso Telegram e Wechat.
Le aziende internazionali non hanno perso tempo, è il caso di Yamaha Motor Europe Italia che ha deciso di utilizzare i bot su Messanger. Tutti gli appassionati di moto potranno chiedere direttamente in chat quali saranno i colori disponibili della nuova XSR 900, il concessionario più vicino e risolvere in un attimo le loro curiosità. Io personalmente, ho potuto sperimentare il chatbot di Moovit, come potete vedere dall’immagine in basso.
Al momento non è ancora attiva una ricerca dedicata ai chatbot di Messanger, tuttavia è possibile provare a cercarli, cliccando sul pulsante “+” e poi su “Cerca”. Scorrendo verso il basso i risultati della ricerca, noterete una categoria con scritto “Bot e aziende” e subito sotto i bot o le pagine aziendali con i quali è possibile iniziare una conversazione. Un altro metodo per cercare i bot è andare su Botlist e scegliere tra tutti i disponibili.
Sembra proprio che stiamo entrando in una nuova era della comunicazione mobile, più immediata e più mediata, dove il fattore tempo ha un ruolo determinante.
Ma quali sono stati i fattori scatenanti di questo ennesimo mutamento?
Bisogna partire, come spesso succede, dagli obiettivi di marketing.
Nella maggior parte delle strategie marketing, il punto di riferimento da colpire sono i Millenials, ovvero le persone nate negli anni ‘80 e ’90, quindi la fascia d’età 18 – 34 anni. È un gruppo numeroso, attento alle tendenze, molto ricettivo ai cambiamenti, ma ahime, è anche il gruppo con il minor potenziale di spesa oggi. Tuttavia, i brand si contendono questo gruppo, probabilmente in attesa di giorni migliori e vacche decisamente più grasse.
Di questo argomento, ne ha parlato anche Tamara Gaffney, analista principale per Adobe Digital Index. Secondo la Gaffney, tutto deve partire da una profonda conoscenza dei Millenials e delle successiva Generation Z. Questi due gruppi sono fortemente caratterizzati dalla ricerca della novità nel minor tempo possibile. Preferiscono creare contenuti, piuttosto che soffermarsi sulle modalità di comunicazione dei brand e soprattutto hanno sviluppato una intolleranza nei confronti dei messaggi promozionali tale da abbassare il loro livello di attenzione fino a zero.
Diventa quindi difficile, se non impossibile, riuscire ad intercettare nel modo migliore il loro interesse. Aumentare la frequenza di pubblicazione di contenuti nuovi è molto dispendioso e il ritorno economico è comunque incerto. È indispensabile cambiare il modo di comunicare.
I social network sono oggi un ottimo canale di divulgazione di contenuti ma riusciranno da soli a colmare il gap comunicativo con il proprio pubblico?
In un recente studio, l’84% dei Millennials si è dimostrato favorevole a ricevere annunci personalizzati, ma solo il 25% di loro sostiene che gli annunci personalizzati siano costruiti sulle loro effettive esigenze. Capite subito che le opportunità esistono ma ancora non sono sfruttate totalmente.
I chatbot, le videochiamate la realtà aumentata e il live streaming potrebbero rappresentare le basi di un nuovo livello di comunicazione tra brand e pubblico. In questo probabile futuro le aziende dovrebbero tornare ad anticipare le esigenze dei clienti, rispondendo in modo rapido per soddisfare l’inesauribile fame di informazioni.
Perché Facebook vuole comunicare con i bot?
Facebook spera di costruire un sistema di apprendimento automatico per imparare le preferenze degli utenti nel corso del tempo. Dove acquisti di solito, quali storie e notizie preferisci, cosa mangi e così via.
Questi dati rappresentano una miniera d’oro per Facebook, che come ben sapete è sostenuta dalla pubblicità. In altre parole, Facebook vuole mettere a disposizione delle aziende un sistema per contattare l’utente attraverso Messenger, in maniera totalmente indipendente.
Dal punto di vista dell’e-commerce, vecchio e mai abbandonato pallino di Facebook, esistono solo vantaggi.
Il bot ci chiede cosa stiamo cercando e quanto abbiamo intenzione di spendere, oppure un range di spesa. A questo punto il bot ci risponde con un carosello di modelli selezionati. Messanger diventerebbe il nostro personal shopper, con ovvi ritorni per quei brand che per primi investiranno le loro risorse, in dollari, euro e sterline su questo nuovo modello di comunicazione.
Non vi resta che immaginare come potrebbe svilupparsi la storia e definire buoni e cattivi, vincitori e vinti.
Facebook Messenger vuole uccidere le applicazioni?
Posso solo rispondere con “Ci proverà”.
In realtà non ne siamo sicuri. Penso che l’evoluzione tecnologica possa spingere, come già fatto in passato, ad una evoluzione comunicazione e di conseguenza ad una evoluzione della società, ma questo non significa per forza sacrificare le applicazioni sull’altare del progresso.
È indispensabile, poi, fare una distinzione tra le applicazioni al servizio dell’utente e quelle nate con la scadenza, solo per imporre una presenza, nemmeno troppo necessaria. Se le seconde morissero, non ne sentirei la mancanza.
Per alcune realtà dove la notifica in tempo reale rappresenta un elemento importante, ecco che i bot possono fare la differenza. È il caso di KLM, sempre un passo avanti nelle innovazioni marketing.
La compagnia aerea olandese è in fase di test con il proprio bot Messanger (immagine in basso). Una volta prenotato il volo, i dati di conferma saranno inviati con una conversazione su Messenger. In tempo reale si potrà effettuare il check-in senza passare attraverso altre piattaforme, come succede ora con le email. Semplificare e risparmiare tempo.
Lo hanno capito anche dalle parti di Skype che sembra essere uscito dal letargo, inserendosi in questa nuova guerra per uno spazio al sole. “Il linguaggio umano è la nuova interfaccia utente,” ha dichiarato Nadella, CEO di Microsoft.
I dirigenti di Microsoft hanno deciso di implementare i bot anche sulla loro piattaforma di istant messaging. Presto sarà possibile aggiungere due diversi tipi di contatto: persone e bot.
Nuovi paradigmi della comunicazione sono all’orizzonte. Quello che sembra chiaro al momento è un grande sforzo da parte dei big player, di allinearsi compatti dietro lo stesso trend, ma è altrettanto chiaro che siamo solo all’inizio dell’evoluzione. Solo tra qualche mese, quando i chatbot diventeranno la regola, potremmo tirare le somme e formulare ipotesi più concrete.
fonte immagini: Telegraph
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