Il mestiere di grafico. Anzi, i mestieri. Una professione, tante definizioni.

28 Febbraio 2017 Luca Burei grafica

1977 – 2017. Faccio il grafico da quarant’anni, e in quarant’anni non sono ancora riuscito a spiegare bene a mia madre di cosa mi occupo.

Naturalmente, lei appartiene a una generazione che aveva un’idea completamente diversa dei “mestieri”. Era sempre qualcosa di ben definito, circoscritto, magari la pura applicazione pratica di nozioni apprese seguendo un comune corso di studi o un semplice apprendistato. L’avvocato, l’infermiere, l’idraulico, l’insegnante, il piastrellista. Chiarissimo. Ma il grafico? Boh.

Già allora era difficile spiegarlo, ma oggi lo è di più. Perché quella del grafico è diventata una professione sempre più articolata: i campi di specializzazione sono tanti, così come sono tanti gli sbocchi professionali e le opportunità di inserimento nel mondo del lavoro.

Dal punto di vista meramente tecnico, oggi è diventata fondamentale l’approfondita conoscenza dei programmi informatici espressamente concepiti per la grafica, in primis ovviamente Illustrator, Photoshop e InDesign, tutti facenti parte della suite Adobe.

Ma bisogna avere molte altre prerogative: alcune innate, altre che si possono acquisire.

Prima di tutto, in questo settore la professionalità è legata alla capacità di aggiornarsi costantemente su tutte le nuove tendenze, non solo in ambito pubblicitario.

Occorre essere capaci di intercettare dove va la società e come si evolvono gli stili di vita. Bisogna essere curiosi, attenti, precisi, creativi. Serve la logica, ma a volte bisogna accantonarla e seguire l’istinto.

Serve impegno per documentarsi quando si riceve un incarico da un nuovo Cliente, serve pazienza per affrontare il suo giudizio, le modifiche che ci chiederà di apportare al progetto, il rispetto dei tempi di consegna spesso strettissimi. Serve una mentalità aperta, ma anche molta disciplina.

il mestiere del grafico

Un grafico deve conoscere approfonditamente gli strumenti per l’esecuzione dei progetti, la realizzazione e la presentazione dei prototipi, la ricerca e la scelta di font e immagini, la progettazione grafica e strutturale dei siti web, l’elaborazione e il controllo qualitativo degli esecutivi di stampa.

Insomma, serve una formazione di tutto rispetto.

Con l’aggiornamento costante, opportunità costanti

Finché ci sarà commercio di beni e di servizi, ci sarà sempre bisogno di questa figura professionale. E con l’avvento e la diffusione del web e del fenomeno social, le possibilità si sono ulteriormente ampliate.

Con la definizione di graphic design si intende qualunque tipo di progettazione destinata a un pubblico: è chiaramente una macro-categoria, che sottintende numerosi campi di applicazione pratica. C’è il grafico pubblicitario, ovviamente, ma anche il graphic designer. Ci sono la pre-stampa, l’editoria, l’impaginazione tecnica, il web.

Per questo ho deciso di dedicare alcuni prossimi articoli alla descrizione dei principali ambiti di specializzazione grafica.

Magari qualcuno leggendoli troverà ispirazione per approfondire determinati aspetti, o per intraprendere un percorso formativo mirato. Si può scegliere di svolgere questa professione assecondando la propria indole e valorizzando le proprie specificità, oppure tenersi pronti alle diverse richieste che provengono dal mondo del lavoro. L’importante è non precludersi nessuna possibilità.

Il mondo è grande, e c’è tanto da fare.

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